Carne Bovina di Pisa “La strada che ci riporta a casa”
Da circa 5 anni cuciniamo la Carne Bovina di Pisa per il pranzo di tutti i giorni, e di sera per le cene private.
Adesso ci sembra normale e non torneremo mai indietro, ma questa scelta è frutto di una ricerca e di una riscoperta
Ora racconto come è andata!
Già da tempo abbiamo iniziato un viaggio verso un’alimentazione più sana, cuciniamo molti piatti di verdure, legumi e cereali; abbiamo scelto di cucinare con olio extravergine di oliva; non usiamo dadi ne altri surrogati; cuciniamo in pentole padelle e teglie prevalentemente in acciaio e ceramica; pensiamo che si debba mangiare poca carne ma non possiamo convincerci ad eliminarla del tutto, d’altronde sono almeno 2 milioni e mezzo di anni che l’uomo mangia carne.
Ecco che abbiamo detto “cerchiamo una carne migliore”!
Volevamo una carne che NON provenisse da allevamenti intensivi, abbiamo cercato prima su internet, e abbiamo trovato Ciwf Italia una onlus che si occupa del benessere degli animali da allevamento.
Li abbiamo contattati chiedendogli se, (visto che si occupavano di aiutare gli allevatori a praticare metodi di allevamento più attenti al benessere degli animali, dell’ambiente) conoscessero dei grossisti che commercializzassero le carni provenienti da questi animali.
Sembrava non ce ne fossero, ma mi hanno invitato a cercare nella nostra zona singole fattorie e vedere come allevano gli animali.
E’ qui che è avvenuta la scoperta del marchio “Carne Bovina di Pisa”
Abbiamo scoperto che nella provincia di Pisa ci sono diversi allevamenti, dove possiamo vedere le mucche al pascolo, che mangiano solo alimenti vegetali, prevalentemente erba e fieno.
Ne abbiamo trovato uno molto vicina a noi in Coltano, tra l’altro anche biologico, unico problema: vendono direttamente la carne solo in pacchi famiglia, e per l’uso che ne deve fare un ristorante la grandezza dei tagli non è adatta e non è sufficiente.
Abbiamo provato a convincerli di fare un’eccezione, ma non è stato possibile.
Ci hanno fornito però il contatto del Presidente degli Allevatori Pisani.
Ed è a questo punto che abbiamo conosciuto, il marchio CARNE BOVINA DI PISA.
Un marchio che nasce del 2001, in piena emergenza mucca pazza, per salvaguardale le produzioni locali e per identificare e distinguere le carni provenienti da questi allevamenti, che non utilizzano farine animali, ma solo alimenti vegetali.
Insieme al marchio, nasce il disciplinare a cui devono attenersi tutti gli allevatori che vogliono farne parte.
Oltre il disciplinare, alcuni allevamenti fanno Di Più!
Il disciplinare fornisce i requisiti minimi ma alcuni allevatori si spingono oltre.
Quasi un anno fa abbiamo visitato uno di questi allevamenti. La fattoria Monti a Ghizzano.
Per arrivare alla fattoria si lascia il centro abitato di Ghizzano e dopo un paio di chilometri si entra in una dimensione che sembra arrivare dal passato, una stradina come quella dei disegni che facevamo da bambini: tutta delimitata da alberi di cipresso che in quella stagione (era il mese di Giugno) si stagliano verdi in mezzo a campi di erba ormai gialla, e fieno già pressato in paglioni, lasciati ad asciugare al sole.
IL signor Giovanni Querci ci accoglie sotto il portico e ci parla del suo allevamento come fosse una cosa ovvia e normale, e per lui lo è, ma se lo paragoniamo a ben altri allevamenti è straordinario.
Gli animali, una novantina tra fattrici e vitelli e un toro, stanno tutto il giorno nei prati, si muovono lentamente, tanto che a guardarli ci si rilassa, lo spazio è talmente grande che si possono vedere mucche solitarie.
Per fotografare una di queste solitarie, abbiamo suonato il clacson e lei si è girata a guardarci per un bel po’, restando immobile. Eccola!
La notte gli animali si avvicinano alla casa. Ho chiesto, la stalla dov’è? “Non c’è la stalla”. Giovanni dice che se le mucche sapessero costruire capanne allora le avrebbero, significa che possono restare all’aperto anche la notte e certe volte si riparano nel boschetto.
Quello che mangiano viene interamente prodotto in azienda: erba, fieno, orzo e favino tutto biologico, ufficialmente dal 2014, praticamente già da prima.
Anche la riproduzione avviene in modo del tutto naturale, il toro sta in compagnia delle fattrici e quando vuole la loro natura avviane l’accoppiamento.
In questa fattoria si alleva la razza Mucco Pisano, (una razza nata nel ‘700 dall’incrocio della Bruna Alpina con specie locali tra cui la Chianina).
E’ una specie protetta, negli anni 70 ha rischiato l’estinzione ed è considerata ancora a rischio.
Circa 80 anni fa si contavano 20.000 capi, adesso poche centinaia, nel 1978 solo 60 capi.
Nel 1978 è iniziato il piano di recupero sostenuto dalla Regione Toscana e gestito dall’Associazione Provinciale Allevatori di Pisa in collaborazione con l’Università di Pisa e con l’Ispettorato Agrario.
Ogni volta che al Barlume si mangia carne bovina è “Carne Bovina di Pisa”.